Quello scritto da Dickens nel 1843 è - col tempo - divenuto il racconto di Natale per eccellenza, grazie alla sua enorme fortuna editoriale e alle rivisitazioni cinematografiche, teatrali, televisive e fumettistiche susseguitesi negli anni. Non una semplice favola a lieto fine, ma una vera e propria "fotografia" con cui l'autore immortala i principali difetti della società; non solo quelli del tempo e del luogo in cui vive, ma del genere umano: avidità, sfruttamento, cinismo, ipocrisia; aberrazioni del vivere civile che, all'inizio del racconto, vengono incarnate dal protagonista: un personaggio costruito paradigmaticamente, afFinché possa maturare e redimersi con l'evolvere della vicenda. In questo Dickens, unisce il romanzo di fantasia dal sapore gotico (le dinamiche del racconto sono guidate da una serie di spettri) alla favola didascalica, in cui la conversione del protagonista passa attraverso un percorso catartico in compagnia di figure fantasmatiche, per portare alla luce i valori più positivi dell'umanità: la solidarietà, l'accoglienza, l'amore. Tutto ciò ha finito per incarnare perfettamente lo "spirito" del Natale, con la sua atmosfera di festa ed allegria.