Description
In un confronto serrato con prospettive e pratiche disciplinari diverse (dall’antropologia alla sociologia, dalla museologia alla pedagogia del conflitto, della marginalità e della devianza), il volume si interroga sulla valenza sociale del patrimonio culturale e della sua narrazione.
Dai contributi emerge una visione dell’atto del narrare come risorsa per fare ed essere “comunità”, antidoto al disincantamento e alla distanza, forma di attenzione ai temi della giustizia e di resistenza alla storia generalizzante e sommaria.
Accogliere e custodire storie significa dilatare lo sguardo, creare lo spazio dell’ascolto, amplificare “le parole degli altri” che non hanno accesso al discorso pubblico (non solo storico, ma anche creativo ed estetico), ricucire i legami di senso tra le persone e il patrimonio, e tra le persone attraverso il patrimonio: un corpo vivo da attraversare, scompaginare, fare letteralmente proprio; perché gli si possa dare nuovamente origine, perché si possano fare nuove le cose.
Biographical notes
Simona Bodo è museologa, progettista e ricercatrice indipendente in tematiche legate al ruolo sociale dei musei e allo sviluppo di “comunità patrimoniali” aperte e plurali. Su questi temi cura studi, seminari, pubblicazioni, percorsi formativi e di progettazione per istituzioni pubbliche e private. Insieme a Silvia Mascheroni è responsabile del programma e del sito “Patrimonio e Intercultura”, promossi da Fondazione ISMU – Iniziative e Studi sulla Multietnicità.
Silvia Mascheroni ricercatrice, formatrice e progettista nell’ambito della storia dell’arte contemporanea e dell’educazione al patrimonio culturale, è docente a contratto al Master Servizi educativi del patrimonio artistico, dei musei di storia e di arti visive presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Coordina il Gruppo di lavoro “Welfare culturale” di ICOM (International Council of Museums) Italia.
Maria Grazia Panigada matura la sua expertise nella conduzione di laboratori di narrazione tramite lo studio dei rapporti fra teatro ed educazione. Negli ultimi quattordici anni ha sperimentato l’applicazione di questa competenza al patrimonio culturale, collaborando con musei quali la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, la Pinacoteca di Brera e le Gallerie degli Uffizi. Dal 2015 è direttore artistico della prosa del Teatro Donizetti e del Teatro Sociale di Bergamo.
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