Pseudocrazia

Figure della "falsa coscienza"
Autore:
Anno:
2025
ISBN:
9791259932747
DRM:
Social DRM

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Description

Secondo Hannah Arendt esiste un conflitto irriducibile fra politica e verità: «considerata dal punto di vista della politica, la verità ha un carattere dispotico». Viceversa, «la deliberata negazione della verità fattuale – la capacità di mentire – e la possibilità di cambiare i fatti – la capacità di agire – sono tra loro connesse; devono la loro esistenza a un'unica risorsa: l'immaginazione». La sola differenza sostanziale che consentirebbe di distinguere queste attività umane che fanno appello all'immaginazione risiede nella capacità distruttiva della menzogna e in quella trasformatrice della politica: a differenza delle distruzioni falsificanti di chi rappresenta il mondo a immagine e somiglianza dei propri interessi, le trasformazioni politiche presuppongono la presa in carico, se non una vera e propria cura, degli oggetti e delle relazioni a cui viene impresso un mutamento di forma.
Per questa ragione la politica non può prescindere dalle verità di fatto che intende trasformare. Mezzo secolo dopo la pubblicazione di Verità e politica (1972), è giunto il momento di verificare l'eventuale attualità di queste riflessioni arendtiane, soprattutto a fronte delle profonde ricadute politiche delle cosiddette fake news. Siamo davvero entrati nell'epoca della postverità? Quali sono le principali implicazioni politiche del processo di "evaporazione dei fatti" in atto nella cosiddetta "democrazia delle bolle"?
Che cos'hanno realmente di nuovo da dire questi neologismi accattivanti rispetto alle diverse figure della falsa coscienza che hanno scandito la storia dei difficili rapporti fra verità, falsità e politica democratica, dall'errore all'ipocrisia, passando attraverso la menzogna, l'ideologia e il cinismo?


Biographical notes

Leonard Mazzone (1984, Torino) è ricercatore in Filosofia sociale e politica all’Università degli Studi di Firenze. I suoi lavori principali riguardano la vita e le opere di Elias Canetti e, più in generale, la sociopsicologia delle masse, la filosofia del lavoro, le teorie della violenza, del potere, del dominio e dell’emancipazione e, connesse a quest’ultimo concetto, le forme di agire solidale e di mutuo soccorso. È autore di contributi apparsi su riviste italiane e internazionali e delle seguenti monografie: Una teoria negativa della giustizia. Per un'etica del conflitto contro i mali comuni (Mimesis, 2014), Il principio possibilità. Masse, potere e metamorfosi nell’opera di Elias Canetti (Rosenberg & Sellier, 2017), Introduzione a Elias Canetti (Orthotes, 2017) e di Ipocrisia. Storia e critica del più socievole dei vizi (Orthotes, 2020, vincitore del Premio Burzio 2021), di cui è apparsa un’edizione rivista in inglese col titolo Democratic Hypocrisy Domination, Egalitarian Criticism and Apologetic Narratives (Springer, 2023). Ha inoltre pubblicato Superficialismo radicale (con M. Alagna, ETS, 2021) e Le imprese recuperate in Italia. Da un lavoro di inchiesta del Collettivo di ricerca sociale, (con R. Calcagno,Castelvecchi, 2022).

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