Description
"'Avete presente le bolle d'aria, quelle che si formano nella pancia e che poi fanno un male boia, quelle che nemmeno si capisce se sono nello stomaco o nell'intestino, ma ci sono e fanno male, quelle che a seconda della posizione si spostano, proprio come nelle livelle, sì, le livelle, quelle che i muratori usano per capire se un muro è dritto o no. Ecco, io ho una di quelle bolle, una bolla che a seconda di dove sono, di dove mi stendo, mi fa più o meno male, una bolla che si sposta, che misura, che mi dà la misura... Io, io sono l'uomo livella'. "L'uomo livella" è una raccolta di racconti, una carrellata di personaggi, di antieroi... C'è l'uomo livella, quello che suda, la casalinga maratoneta, ci sono Giuda e l'arcangelo Gabriele, c'è Stella, Adicius, Arimo, Estherelle... e tanti altri... e ci sono io, ci siete voi, ci siamo noi, i perdenti, quelli che non gliene va mai bene una, ma alla fine, in un modo o nell'altro, vinciamo sempre." (L'autore)
Biographical notes
Paolo Dal Canto nasce a Bergamo nel 1964. La sua avventura artistica inizia nel 1998, quando con un gruppo di attori fonda la compagnia teatrale “Operai del Cuore”, della quale è socio fondatore, regista e sceneggiatore. Gli spettacoli si distinguono per impegno sociale e il sapore tragicomico al limite del dissacrante.
Alcuni titoli: “Boia chi molla”, dedicato alla pena di morte, “La fabbrica di cartoni”, sui diritti dei minori, “Vita senza riserve”, dedicato ai nativi americani e “sCadu†i”, sull’essere e diventare anziani. Sono spettacoli che hanno girato per tutta Italia con il patrocinio e la collaborazione di Amnesty International, Emergency, Save the Children, Giù le mani dai bambini, Unicef e altri.
Terminata l’esperienza con il teatro semiprofessionista comincia a scrivere racconti. Partecipa a corsi di scrittura tenuti da Marco Ravasio, della scuola Holden e Giorgio Vasta. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su riviste o all’interno di raccolte di autori vari. Lo stile che lo caratterizza è lo stesso del periodo “teatrale”, uno stile distopico, dissacrante, tragico e comico, fedele al desiderio di provocare, emozionare, di lasciare il segno, di far ridere facendosi, facendovi, del male.