Description
Tra il 1958 e il 1973 l'Italia esibì un inedito dinamismo nei confronti dell'America Latina. Governi e diplomazia inserirono l'area fra le priorità della politica estera. I maggiori partiti, DC e PCI su tutti, strinsero duraturi vincoli con le forze d'oltreoceano ideologicamente affini. Enti e gruppi industriali accrebbero la loro rilevanza nel subcontinente sostenendone lo sviluppo, pur nei limiti delle capacità italiane di assicurare ampi flussi di beni e capitali rispetto ad altri partners occidentali. Dal 1966 l'Istituto Italo Latino Americano (IILA) creò un foro di dialogo politico-culturale privilegiato. Nel complesso, le iniziative promosse all'epoca permettono di guardare a quegli anni come ad una vera e propria 'stagione dell'attivismo'. Attraverso l'impiego e l'analisi di un'ampia documentazione archivistica il lavoro traccia un bilancio di quella fase storica e si interroga sulla sua portata. Fu solo un tornante nell'ondivaga storia dei rapporti italo-latinoamericani? O fu piuttosto l'espressione di un indirizzo estero più organico ed incisivo in un momento in cui anche l'assetto mondiale conosceva importanti trasformazioni? I caratteri e i condizionamenti della 'stagione dell'attivismo' vengono esplorati indagando in particolare i rapporti con il Venezuela, considerata la realtà più paradigmatica, insieme al Cile, per comprendere le sfide, le ambizioni e le aspettative che in quegli anni accompagnarono la proiezione dell'Italia in America Latina.