Descrizione
La fortezza automatica non racconta un progetto del futuro, ma un presente che è già realtà. Sviluppata in tutto l’Occidente, l’automazione delle politiche migratorie affonda le radici in un immaginario securitario e discriminatorio. Fabio Chiusi ne ricostruisce le premesse ideologiche e storiche, passando dal presente delle deportazioni di massa statunitensi basate sull’IA e guardando ai progetti di ricerca europei che prefigurano un futuro ancora più automatizzato, in cui le frontiere diventano laboratori di sperimentazione tecnologica: spazi eccezionali dove il diritto viene sospeso e l’efficienza sostituisce la giustizia.
Contro l’ideologia tecnocratica che vorrebbe affidare la mobilità umana a dispositivi tecnologici avanzati, questo libro somma analisi storica, critica ideologica e inchiesta giornalistica, e smonta una narrazione pericolosa, mostrando come l’innovazione, quando è al servizio della disuguaglianza, non libera ma incatena.
Note biografiche
Fabio Chiusi è un giornalista, ricercatore e professore aggiunto che si occupa delle conseguenze sociali delle nuove tecnologie, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. Lavora per la no profit AlgorithmWatch, con sede a Berlino, per la quale, dopo avere diretto i progetti «Automating Society 2020» e «Tracing The Tracers», coordina il progetto «Automation on the Move», su IA e migrazioni. Ha scritto di politiche e cultura tecnologica per svariate testate nazionali e internazionali, e tiene dei corsi su intelligenza artificiale e giornalismo all’Università di San Marino e all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha pubblicato diversi saggi su media, democrazia e tecnologie digitali, tra cui Nessun segreto. Guida minima a WikiLeaks, l’organizzazione che ha cambiato per sempre il rapporto tra Internet, informazione e potere (2010), Critica della democrazia digitale. La politica 2.0 alla prova dei fatti (2014), Io non sono qui. Black Mirror. Visioni e inquietudini da un futuro presente (2018). Con Bollati Boringhieri ha pubblicato L’uomo che vuole risolvere il futuro. Critica ideologica di Elon Musk (2023).