Description
Come si giocava una volta, quando i bambini passavano più tempo in strada e non c'erano a disposizione molti svaghi, tantomeno quelli elettronici e il digitale?
Piero Dorfles racconta i giochi, che erano soprattutto di gruppo: tana liberatutti, le biglie, dire fare baciare lettera testamento, facciamo che ero, campana, lo schiaffo del soldato, la lippa, rubabandiera, le belle statuine e tanti altri.
Accanto ad essi, raccoglie le conte che li accompagnavano: filastrocche, poesiole spesso surreali e apparentemente senza significato, ispirate al lavoro, alle fiabe, alla parodia della vita adulta.
Dorfles riflette su come i giochi collettivi siano fondamentali nella formazione di un individuo: perché insegnano a confrontarsi con gli altri stabilendo regole e rispettandole, in un contesto in cui si è tra pari e le differenze di censo non contano; perché sono strumenti per sviluppare la creatività, la fantasia e anche un senso di indipendenza e responsabilità; perché consentono al bambino di trovare un proprio ruolo e affermare sé stesso.
Ne risulta l'affresco di un mondo perduto solo in parte, che forse non sarebbe così difficile ritrovare.
Biographical notes
Piero Dorfles è giornalista e critico letterario. È stato autore e conduttore di diversi programmi radiofonici e televisivi per la Rai.
Per oltre vent’anni ha affiancato i conduttori di "Per un pugno di libri" su Rai 3.
Ha pubblicato vari libri sulla comunicazione e la letteratura, tra cui "Carosello" (Il Mulino, 1998), "Il ritorno del dinosauro" (Garzanti, 2010), "I cento libri che rendono più ricca la nostra vita" (Garzanti, 2014), "Le palline di zucchero della Fata Turchina" (Garzanti, 2018), "Il lavoro del lettore" (Bompiani, 2021). L’ultimo è il memoir "Chiassovezzano" (Bompiani, 2024).