I Padri del deserto erano eremiti che, tra il III e il VI secolo dopo Cristo, si ritirarono nelle regioni desertiche dell’Egitto, della Siria e della Palestina per dedicarsi a una vita di preghiera, ascesi e contemplazione. Fuggendo le distrazioni del mondo, cercavano Dio nella solitudine, nella povertà e nel silenzio, seguendo l’esempio di figure come sant’Antonio Abate, considerato il fondatore del monachesimo eremitico. Questi monaci non si limitavano a isolarsi, ma spesso trasmettevano la loro saggezza a discepoli e visitatori utilizzando “detti”, storie e parabole, che affrontavano temi come l’umiltà, la pazienza, il discernimento e la lotta contro le tentazioni. Le loro parole offrono ancora oggi insegnamenti profondi sulla natura umana e la filigrana dei sentimenti. Con uno stile semplice, i Padri invitano anzitutto a guardarsi dentro, ispirando un percorso di crescita personale che, pur nato nel deserto, risuona nella vita quotidiana. Abbiamo bisogno di attingere alla sapienza dei Padri, perché furono i primi esegeti della Scrittura, i primi “masticatori” della parola di Dio; meditarono, scrutarono, predicarono la Bibbia e ad essa continuamente ci rinviano con il loro insegnamento e la loro testimonianza. I loro testi sono particolarmente vivi, carichi di conoscenza di Dio, ma anche di profonda conoscenza dell’animo umano.