Description
Prosegue con questo volume la pubblicazione della prima edizione mondiale delle Opere complete di Ivan Illich, un autore la cui inattualità categorica non cessa di illuminare il presente e di inquietarlo. Si propongono in questo volume, articolato in due tomi, gli scritti degli anni 1971-1977, apparsi al culmine di una “vita attiva” iniziata tra le file del clero cattolico e proseguita, dopo il 1969, nella libera comunità di ricerca, o “contro-ricerca”, del CIDOC di Cuernavaca. Si tratta di scritti – come Descolarizzare la società e Nemesi medica – che hanno fatto rapidamente il giro del mondo e che sono tuttora di ispirazione per gruppi di lavoro e intervento sociale nei più diversi Paesi. Illich vi mette in discussione alla radice gli assunti della civiltà industriale e del suo cosiddetto progresso, mostrando quale devastazione umana vada provocando, insieme al lavoro alienato, il consumo coatto di beni e soprattutto di servizi. Miti indiscussi delle società contemporanee (scolarizzazione obbligatoria, motorizzazione di massa, universalismo sanitario) vengono spietatamente dissacrati alla luce della polarizzazione sociale da essi risultante e del radicale impoverimento di autonomia individuale e creatività comunitaria che essi provocano. Mentre una opposta antropologia – della libertà, dell’equità e del limite – trova qui difesa e promozione, nella prospettiva di una società conviviale, sottratta agli imperativi economici e tecnologici dominanti.
In questo libro mostrerò che l’affidamento dei valori a istituzioni conduce inevitabilmente all’inquinamento fisico, alla polarizzazione sociale e all’impotenza psico - logica: tre dimensioni di un processo di degenerazione complessiva e di miseria modernizzata. Spiegherò come questo processo degenerativo si acceleri quando dei bi sogni immateriali si trasformano in domanda di merci, quando la salute, l’istruzione, la mobilità personale, il benessere o l’equilibrio psicologico sono visti soltanto come risultati di servizi o di «trattamenti».
In questo libro mostrerò che l’affidamento dei valori a istituzioni conduce inevitabilmente all’inquinamento fisico, alla polarizzazione sociale e all’impotenza psico - logica: tre dimensioni di un processo di degenerazione complessiva e di miseria modernizzata. Spiegherò come questo processo degenerativo si acceleri quando dei bi sogni immateriali si trasformano in domanda di merci, quando la salute, l’istruzione, la mobilità personale, il benessere o l’equilibrio psicologico sono visti soltanto come risultati di servizi o di «trattamenti».
Biographical notes
Ivan Illich (Vienna 1926 - Brema 2002), ordinato sacerdote a Roma nel 1951 e attivo nelle diocesi di New York, Ponce (Puerto Rico) e Cuernavaca (Messico), interruppe volontariamente l’esercizio pubblico del sacerdozio nel 1968, a seguito del procedimento avviato a suo carico dalla Congregazione per la dottrina della fede: in questione erano le sue attività a difesa dell’autonomia religiosa e culturale dell’America latina di fronte alle ingerenze «missionarie» statunitensi. Illich scelse allora di dedicarsi a una critica militante delle moderne ideologie e istituzioni del mondo sviluppato, e a una parallela rivendicazione dei valori «vernacolari», con libri come Descolarizzare la società, La convivialità, Nemesi medica cui negli anni Settanta arrise una notevole fortuna internazionale. Più tardi approfondì e radicalizzò la sua critica, dirigendola sull’intera parabola del processo di modernizzazione in Occidente e sulle trasformazioni antropologiche da esso indotte (Lavoro ombra, Per una storia dei bisogni, Il genere e il sesso, Nello specchio del passato), da ultimo coinvolgendovi anche senso e destino della rivelazione cristiana (La perdita dei sensi, I fiumi a nord del futuro).
