Description
Il numero 10/25 di Limes, in uscita l'8 novembre, si intitola "Tutti contro tutti", e fa il punto sulla rivoluzione globale in corso. Il volume si interroga sulle conseguenze dell'avvicinamento tra Cina, Russia e India, che avviene in un contesto di profondissima crisi sia degli Stati Uniti d'America sia dei paesi europei, i quali oscillano tra paura e sdoganamento della guerra.
La prima parte – Acrobazie cinesi, russe e indiane – analizza le relazioni tra Pechino, Mosca e Delhi, probabilmente mai così vicine. Eppure le divergenze contano – e pesano – tanto quanto le affinità. Il caso dell'Artico, dove i cinesi cercano di competere con i russi, segnala infatti come l'alleanza tra i due paesi sia tutto tranne che scontata, anche in virtù di profonde diffidenze storiche. Stesso discorso vale per l'India, che pur non rinunciando al multi-allineamento continua a guardare con attenzione ai movimenti della Cina. La Repubblica Popolare non nasconde più la sua potenza, ma Mosca e Delhi non hanno intenzione di diventare suoi meri soci di minoranza.
La seconda parte – L'America e il nemico di dentro – indaga la vera causa di questo riallineamento: la crisi d'identità degli Usa e i tentativi condotti dall'amministrazione Trump di dar vita a un vero e proprio cambio di regime. Di particolare interesse sono la pubblicazione di un'Antologia dei nazionalisti, che riassume il clima politico-ideologico al cuore dei progetti identitari e geopolitici del movimento Maga, e i resoconti di due viaggi: uno nelle stanze del potere di Washington e uno lungo la Route 66. Pur ambientati in luoghi diversi sotto ogni punto di vista, i due diari trasmettono la stessa sensazione di sfascio e spaesamento.
La terza parte – Europe in guerra – fa il punto sulle ambizioni veterocontinentali riguardanti la guerra in Ucraina. Pur immaginando diversi scenari possibili, da questa sezione emerge la perdurante divergenza di posizioni e idee tra europei, che peraltro non sempre dispongono dei mezzi per dar seguito alle loro parole. Il caso tedesco è a tal proposito emblematico, mentre l'approfondimento sul blocco nordico della Nato mostra come la postura dei paesi della regione sia irriducibile a quella di altri membri dell'Alleanza. Noi italiani in primis.
Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista. Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili. L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.
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